Intervento per la Prealpina: sulle aree dismesse
- saronnoalcentro
- 12 feb 2015
- Tempo di lettura: 2 min
E' sufficiente guardare 'Google maps satellite' per rendersi immediatamente conto dell'importanza che le aree dismesse hanno per la nostra città, sia per la loro dimensione, sia, in alcuni casi, per la loro ubicazione strategica: basti pensare solo alle due grandi aree ex industriali della Cantoni e del cuneo Cemsa/Isotta Fraschini/ Bertani che divide Via Milano da Via Varese.
Sono aree di proprietà privata, la cui potenziale ricchezza per il bene pubblico è strettamente legata ad una concertazione tra pubblico e privato.
Oggi versano in un vergognoso stato di degrado, talvolta origine anche di problematiche sia sul versante dell'igiene che della sicurezza. Le lamentele, assolutamente giustificate, che vengono frequentemente elevate in merito alla situazione non possono rimanere inascoltate dalla classe politica che amministra la città.
L'immobilismo degli operatori trova purtroppo motivazioni diverse: dalla indisponibilità prima del sindaco Gilli di approvare un piano di intervento nonostante fosse stato annunciato pubblicamente in Consiglio comunale, alla crisi economica successiva, alla difficoltà di attuare le previsioni del vigente PGT. L'argomento rappresenta sicuramente una emergenza per la città, ma anche una grande potenzialità per i benefici che ne potrebbero derivare. Da tempo si parla di una grande parco centrale, di aree verdi, della opportunità di una nuova scuola media, ma vorremmo evidenziare come sarebbe opportuno anche considerare la possibilità di riutilizzo di alcuni fabbricati per trasformali in attività di interesse sociale: potrebbero essere utilizzati per scopi culturali, o come spazi di ritrovo per giovani (e non solo) o come possibili "incubatori" di nuove iniziative imprenditoriali capaci di offrire occupazione o ancora per scopi solidali. La fantasia può davvero spaziare, ma occorre misurarsi con due 'problemi': la proprietà privata (non certo disposta a cedere aree senza contropartita) e la carenza di fondi pubblici. In questa situazione appare evidente come sia necessario guardare al concetto di sussidiarietà: la finalità pubblica e quella privata, normalmente non sempre convergenti, devono trovare obiettivi di reciproco interesse senza dar credito a demagogie del passato che hanno portato spesso a situazioni di immobilismo. Solo mediante la negoziazione tra pubblico e privato sarà possibile cercare di ottenere quanto più possibile a vantaggio della città e dei cittadini.
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